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La Miniera d'oro di Sessa

La Miniera d’Oro di Sessa è stata aperta nel 1856 da Vinasco Baglioni ed è stata una delle miniere della zona del Malcantone più sfruttate da questo imprenditore che aveva esteso le sue attività minerarie ad almeno una quarantina di siti, sia del Malcantone, sia nella vicina area italiana del Dumentino e della Valganna. Tutto il materiale estratto da queste miniere veniva lavorato in un piccolo centro industriale a Molinazzo di Monteggio nei pressi del torrente Pevereggia.

L’attività iniziata e gestita da Vinasco Baglioni, a vicende alterne, fino alla sua morte nel 1883 è poi passata in mani francesi che hanno continuato l’attività in maniera irregolare fino al primo decennio del Novecento.

Questa miniera è stata di nuovo riaperta nel 1934 da una Società franco-svizzera (Société Mìnes de Costano) che ha continuato gli scavi di nuovi cunicoli fino al livello di -52 metri rispetto al cunicolo principale. Il materiale estratto dalla miniera veniva trasportato tramite una teleferica circa 200 metri più a valle nel luogo denominato Lolina presso il villaggio di Beredino. Lì veniva frantumato e macinato per poi essere trattato con il sistema della flottazione che permetteva di ottenere un concentrato di minerali venduto poi a industrie del Belgio e della Germania le quali estraevano l’oro e l’argento con il sistema della cianurazione. L’attività di questa società si è protratta fino al 1952 con un rallentamento durante la Seconda Guerra Mondiale e, dopo vari tentativi per continuare la sua gestione, è stata definitivamente dismessa all’inizio degli anni Sessanta.

Nel 2018 la miniera è stata riaperta dall’Associazione Miniera d’Oro di Sessa e una parte di essa è stata resa agibile per visite guidate a turisti e a scuole o gruppi.

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