Minera Sessa

Sentiero del Parco Minerario

L’ottavo punto del Sentiero del Parco Minerario del Malcantone è il villaggio di Astano

Il villaggio di Astano ha pure un’origine molto antica. La struttura del nucleo storico testimonia l’esistenza di un centro conventuale. I documenti storici medievali parlano di un convento dell’ordine degli Umiliati. In effetti si trattava di due conventi contigui suddivisi in una sezione femminile e in una sezione maschile.

Astano è luogo d’origine di alcuni architetti famosi. Uno di questi è Domenico Trezzini che è stato incaricato dallo zar Pietro il Grande della realizzazione della città di San Pietroburgo.

Un altro architetto diventato famoso in Italia è stato Carlo Alberto Donati molto attivo nella regione di Spoleto.

Il nome di Astano deriva dal latino “ad stagnum” ossia presso lo stagno. Infatti, non tanto lontano dal villaggio troviamo un avvallamento che all’origine era un’area paludosa.

Dal versante del monte Rogorio scende un torrente le cui acque venivano utilizzate per far funzionare dei mulini. Nel Medio Evo è stata attivata nelle vicinanze di questo torrente una filanda per la produzione di seta che utilizzava l’energia delle sue acque per la lavorazione di questo prodotto della bachicoltura.

Da questo villaggio si può raggiungere dopo un breve percorso la frontiera con l’Italia dove non tanto lontano si trova il santuario di Trezzino, una frazione del Comune di Dumenza(I). Questo santuario è punto di riferimento per la festa della Madonna di agosto per le comunità di Astano, Dumenza e Sessa.

Questo percorso porta anche fino alle rive del lago Verbano alla città di Luino dove nei tempi passati anche i malcantonesi si recavano al mercato settimanale del mercoledì.

Diversi minatori che erano attivi nelle miniere erano di Astano o si sono insediati in questo villaggio.

Nel punto in cui si situa il cartello che segnala questo sentiero, presso il ruscello in via Surent, possiamo osservare una mola di un mulinetto piemontese trovata nel torrente Lisora in zona di Costa. Questa mola serviva a macinare finemente le pietre aurifere frantumate per poi trattarle con il mercurio alfine di estrarre l’oro e l’argento ivi contenuto.